...perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.

venerdì 20 gennaio 2012

GODETEVI I BEATLES

Diventare beatlesiano è semplice. Basta immergersi in uno qualsiasi dei dischi dei FAB 4 e attendere che la magia della musica sortisca il suo effetto. Uno qualsiasi, dicevo, perché la storia di questo gruppo sta in dieci anni di perfezione: un'evoluzione che tocca tutti i generi, precorre molte tendenze dei decenni a venire e non perde mai nella semplicità, brevità e compiutezza. Ecco perché non è esagerato ritenere una qualsiasi canzone dei Beatles come l'archetipo di qualsivoglia canzone (va bene, non andate a prendermi Revolution number 9!).
E non dite: "No, a me i Beatles non piacciono", o peggio "Preferisco gli Stones". Questo equivale a non averli mai ascoltati o giudicarli da Yellow Submarine
La mia è propaganda beatlesiana spudorata e umanitaria.
GODETEVI I BEATLES, la loro musica, i testi, l'immediatezza e la misteriosa perfezione. 
Facendolo, avrete la certezza di non avere gustato solo amarezze nel calice di questa folle esistenza.


Già che ci sono vi indico anche un buon punto di partenza: Rubber Soul. E' un disco che i critici definiscono "di transizione", classica espressione per dirci che non sanno bene di che parlano, dato che a questo mondo tutto è transitorio.
In realtà è una miniera di bellezza.
Ci troverete Norwegian Wood, una delle ballate più belle mai scritte, con un sitar che anticipa decenni di World Music, l'eterna Michelle (dove le quattro note iniziali valgono il disco), Girl, fantastico e al contempo ironico sogno d'amore, il rock di Drive my car e il country melodico di I've just seen a face
Dimenticavo In my life, eletta unanimemente tra le più belle canzoni del secolo.

Basta?


 

domenica 8 gennaio 2012

L'Eternauta, ovvero l'alieno più crudele.



Un attacco alieno sorprende la terra. Solo voi, la vostra famiglia e pochi amici in mezzo al nulla. Un solo scopo: sopravvivere. Durante la guerra i normali valori, le leggi, le abitudini scompaiono all'improvviso: ogni sconosciuto è un nemico.
Allo stesso tempo le amicizie nascono rapide e nessuna esitazione precede il coraggio.
L'Eternauta di Solano Lòpez e Oesterheld è questo e molto di più. 
La sua trama di lucido incubo, che ricorda a tratti Tucidide, Allan Poe, Kafka e Orwell, è solo in apparenza fantascienza. Scritto tra il 1957 e il 1959, l'Eternauta prefigura la tragedia della dittatura militare argentina (1976 - 1983), durante la quale Oesterheld stesso trovò la morte, scomparendo il 21 aprile del 1977. Uno dei troppi desaparecidos. Assieme a lui furono ammazzate, una dopo l'altra, le sue quattro figlie (di cui due incinte) e i loro mariti. 


L'essere umano resta l'alieno più crudele mai esistito nell'universo.







Midnight in Paris.



"Mi chiedo sempre come qualcuno possa creare un libro, un dipinto, una sinfonia o una scultura che sia in grado di competere con una grande città. E' impossibile!
Perché ogni angolo, ogni strada, ogni viale ha una sua peculiarità.
E se si pensa che in questo universo freddo, violento e insignificante esiste Parigi, e queste luci!
Dai! Non succede nulla su Giove o Nettuno, ma dal lontano universo si possono vedere queste luci, i caffé, la gente che beve e che canta.
Per quanto ne sappiamo, Parigi e' il più bel posto dell'universo".

"Tutti temiamo la morte e ci interroghiamo sul nostro posto nell'universo. Il compito dell'artista  non è di soccombere alla  disperazione, ma di trovare un antidoto per la futilità dell'esistenza. Tu hai una voce forte e chiara, non essere così disfattista!".

Io penso che l'amore vero, autentico, crei una tregua dalla morte. La vigliaccheria deriva dal non amare, o dall'amare male, che è la stessa cosa. E quando un uomo che è vero e coraggioso guarda la morte dritta in faccia (...) è perché ama con sufficiente passione da fugare la morte dalla sua mente, finché lei non ritorna, come fa con tutti. E allora bisogna di nuovo fare bene l'amore. Devi pensarci".

Un capolavoro parla per se stesso. Non occorrono altre parole per commentarlo.
Citando l'Hemingway di Woody, dovete vederlo.

domenica 4 dicembre 2011

Le parole ...

"Mi sono sempre vantato della mia capacità di formulare frasi. Le parole sono, secondo la mia non così modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, capace tanto di infliggere ferite quanto di porvi rimedio."



venerdì 2 dicembre 2011

I gigli nel campo.

[...]Perciò io vi dico: non preoccupatevi di quello che mangerete per vivere, né di quello che indosserete sul vostro corpo; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di un solo istante la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Guardate come crescono i gigli nel campo: non fanno fatica e non tessono. Eppure io vi dico che neanche Salomone, in tutto il suo splendore, vestiva come uno di loro! [...]


Matteo, 6, 24 - 29.

L'illogica allegria.

Esistono canzoni, dipinti e poesie che riescono a dare un nome a quegli indefiniti stati d'animo, che tutti ci troviamo a vivere e che non sappiamo neppure descrivere. Questa canzone, per me, appartiene a tale privilegiata schiera.


Da solo,
lungo l'autostrada, 
alle prime luci del mattino; 
a volte spengo anche la radio 
e lascio il mio cuore incollato al finestrino. 

Lo so 
del mondo e anche del resto, 
lo so 
che tutto va in rovina, 
ma di mattina, 
quando la gente dorme, 
col suo normale malumore 
mi può bastare un niente, 
forse un piccolo bagliore, 
un'aria già vissuta, 
un paesaggio o che ne so. 

E sto bene. 
Io sto bene come uno che si sogna, 
non lo so se mi conviene, 
ma sto bene, che vergogna. 

Io sto bene 
proprio ora, proprio qui 
non è mica colpa mia, 
se mi capita così. 

È come un'illogica allegria 
di cui non so il motivo 
non so che cosa sia. 
È come se, improvvisamente, 
mi fossi preso il diritto 
di vivere il presente 

Io sto bene... 
Questa illogica allegria 
proprio ora, proprio qui. 

Da solo 
lungo l'autostrada 
alle prime luci del mattino.