...perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.

venerdì 20 maggio 2011

Due libri.

Leggo moltissimo. Mi tocca farlo prima di tutto per il mio "lavoro" non retribuito; ovviamente, poi, devo leggere tanto per motivi di studio. Di tempo per leggere romanzi, però, me ne rimane proprio poco. E anche quando c'è, manca la concentrazione. Così è andata a finire che gli ultimi due libri che ho letto siano stati dei gialli, che io trovo molto distensivi e che spesso, pur non trattandosi di "letteratura impegnata", contengono comunque delle piccole lezioni. O almeno degli spunti di riflessione.
Perciò oggi mi va di suggerirli, magari da leggere sotto l'ombrellone o dopo una passeggiata in montagna. 


Il primo, letto in lingua originale, è Murder on the Orient Express di Agatha Christie. Ho iniziato a leggere i gialli di questa scrittrice quando ero alle medie e questo, insieme a Ten little indians e The murder of Roger Ackroyd, è sicuramente uno dei più riusciti. Cervellotico come sempre, con l'inimitabile Poirot, si svolge in tempi brevissimi su un treno (il celebre Orient Express, per l'appunto). E riserva un finale inaspettato, che contiene un forte messaggio sul concetto di "giustizia". Dà molto da pensare, in un certo senso mette in crisi alcuni valori che generalmente riteniamo indiscutibili. 






Il secondo, invece, è uscito di recente. Si tratta di Tua, dell'autrice argentina Claudia Piñeiro. Anche questo ha il pregio della velocità, si legge d'un fiato (io l'ho finito in poche ore). Assolutamente folle, con una trama degna di Woody Allen (in un certo senso mi ha ricordato Crimini e misfattiMatch point). Il fulcro qui non è tanto l'omicidio, non ci sono misteri da svelare. Claudia vuole governare il caso e modificare gli eventi. E alla fine...?

mercoledì 11 maggio 2011

Una questione di bollicine

Il fatto che l'ultimo post risalga a ormai più di un mese fa non significa che nel frattempo io abbia smesso di pensare. Anzi, ho formulato alcuni pensieri di un certo interesse, solo che poi non ho trovato (o non ho voluto trovare) il tempo per metterli per iscritto.

1) Grazie a un'intuizione - a mio parere geniale - di mia sorella, ho deciso che d'ora in avanti uno dei metodi che userò per decifrare le persone sarà scoprire se bevano acqua frizzante oppure naturale. In effetti da quando ho deciso di passare dall'acqua liscia a quella con le bollicine la mia vita ha preso una piega tutta diversa. La scelta dell'acqua è indicativa di davvero un milione di cose.

2) Alla domanda (che non mi ero mai posta): qual è la tua canzone preferita dei Beatles?, ho risposto senza nemmeno troppo esitare che si tratta di Norwegian wood...quindi probabilmente è così, anche se, pur avendoci riflettuto a posteriori, non so spiegarmi il perché. Adoro i complessi meccanismi della mente umana!

3) Avendone conosciuti ben cinque di persona, posso confermare che i tunisini che fuggono dal loro paese e che sbarcano a Lampedusa sono degli esseri umani. Non che io avessi mai avuto dubbi al riguardo, ma mi pare che qualcuno ancora stenti a crederci, quindi ho ritenuto importante riportare la mia diretta testimonianza.

4) Mi sono chiesta se io sia mai stata realmente altruista. Probabilmente se mi impegnassi a rievocare eventi passati, scoprirei di aver fatto qualcosa di buono per qualcuno almeno una volta solo ed esclusivamente per il bene dell'altro. Deve essere capitato. Il punto è che al momento, per quanto io ci pensi, mi sembra che tutte le cose altruiste che ho fatto e che ancora faccio siano sicuramente finalizzate al bene altrui, ma che io le abbia fatte e le stia facendo perché fanno bene soprattutto a me. 


5) Mi rendo conto che il punto 4 è piuttosto "pesante" ed è emblematico di quanto io riesca in modo magistrale a rendere sempre tutto molto "pesante": rimuginando troppo, pretendendo troppo, caricando troppo ogni cosa di significati, arrabbiandomi troppo per delle sciocchezze, dando troppa importanza a questioni futili. Insomma, nella mia vita, a voler ben guardare, ci sono troppi "troppo" che vorrei diventassero "il giusto".


6) Questo porta dritti dritti al punto 6. Il punto 6 è un proposito: vivere con leggerezza, ma una leggerezza misurata. Con i piedi appoggiati per bene a terra, ma con la testa sufficientemente ossigenata. Ho voluto sancire simbolicamente questa mia personalissima iniziativa mettendo da parte la mia solita borsa enorme e piena di troppe cose (che quasi mai mi servono davvero) per sostituirla con la prima borsa piccola della mia vita: per il necessario, ma con sufficiente spazio per una biro a fiori, che non è essenziale, ma importante.