Città vecchia
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene e che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
Umberto Saba
Fabrizio De André
Da Agostino in poi, a molti è piaciuto credere che sulla terra esistano e combattano tra loro due città, ovvero la Città di Dio (Civitas Dei) e quella terrena (Civitas Diaboli). La prima è ovviamente destinata alla gloria eterna, la seconda ad un'infinita dannazione.
Due poeti, però, si sono presi la briga di perdersi nei meandri oscuri della "vecchia" Città del Diavolo. E sono usciti con una nuova verità. Esiste una sola città e il Paradiso, quello vero, dimora nel cuore dell'Inferno.
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