...perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.

mercoledì 19 ottobre 2011

Sul caso Caterina/Politi: una riflessione.


E' già di per sé inammissibile che il direttore di una rivista risponda in modo così poco elegante alle domande di una ragazza indignata, per quanto il suo tono possa essere provocatorio o prevenuto.
Ma la vera assurdità si svela solo nel momento in cui ci si prende la briga di leggere l'annuncio incriminato, all'origine dell'acceso scambio di e-mail tra la giovane Caterina e Giancarlo Politi, direttore di Flash Art.
La vicenda dovrebbe essere ormai nota, visto che circola in rete da giorni, ma per un riassunto rimando all'articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano.
In realtà, ero già a conoscenza dell'accaduto grazie alla lettura di quest'altro articolo, pubblicato sul sito di Artribune, che ha fomentato un vero putiferio nel commentario. Dopo un paio di giorni di riflessioni, non ho potuto fare a meno di intervenire, con quanto segue.


Il problema non sono tanto quei requisiti, qui sopra elencati; a mio parere il vero problema è la premessa (cito testualmente):


"Preghiamo dunque di rispondere al presente annuncio SOLO a chi possiede i requisiti richiesti e a chi può mantenersi per parecchi mesi a Milano".


Il fatto che, anche per uno stage senza retribuzione, vengano chiesti i  requisiti di una persona davvero qualificata, che magari ha già avuto qualche esperienza nel settore, non mi scandalizza. Credo anzi che sia giusto. Oggi una laurea (almeno in Italia) non fa la differenza. Le università sono sovraffollate, soprattutto nelle facoltà umanistiche il livello è molto basso perché ancora non esiste il numero chiuso, quindi quei pochi che davvero si impegnano e approfondiscono rimangono sotterrati sotto il peso dei più che frequentano per mancanza di fantasia e di alternative e impiegano il doppio del tempo stabilito per ottenere il titolo. Che un corso di Lettere Moderne sia frequentato da persone che non sanno che "se" è una congiunzione o che "qual è" si scrive senza apostrofo dovrebbe dare a tutti la misura di un livello scandalosamente basso, al quale progressivamente, affinché l'università non scenda in classifica, i docenti si adattano, abbassando le pretese e alzando i voti.
Finché non ci sarà una selezione all'ingresso, solo una minima parte dei laureati sarà costituita da persone davvero qualificate o meritevoli, che durante il percorso universitario avrà anche approfondito l'inglese e magari studiato una o due lingue in più; che legge molti libri, giornali o riviste al di là dello studio; che tenta qualche esperienza lavorativa - non retribuita - per farsi un po' di esperienza con la gavetta, invece che con l'esibizione della scollatura.
Ma detto tutto questo, mi chiedo: è giusto che tra questi fondamentali requisiti per accedere a un colloquio ci sia anche quello di essere benestanti e di potersi quindi permettere di vivere "per un po' di tempo" nella carissima Milano?
Torniamo ai tempi in cui solo i figli dei ricchi potevano sperare di costruirsi una carriera e gli altri dovevano seguire le orme dei genitori per poter mangiare?
A me non spaventa che ci siano persone maleducate come Giancarlo Politi (perché al di là delle sue ragione o di quelle di Caterina, è stato profondamente maleducato nelle sue risposte). E' un arrogante e la sua arroganza deriva fondamentalmente dalla sua posizione, direi praticamente inattaccabile. Da persone così saremo sempre circondati, purtroppo. Mi spaventa che si stia a riflettere su quanto convenga ad Artribune prendere le difese di Flash Art, che persone deluse da passate esperienze sfoghino fuori luogo il proprio rancore, che si stia a disquisire sull'uso più o meno improprio di un paragone con una mignotta d'alto borgo...e non sulla follia di una società che favorisce sempre il più abbiente e non riconosce mai il vero merito. Il merito non verrà mai premiato o aiutato, in questo paese. Prendiamo, per esempio, un figlio di operai, che hanno fatto tanti sacrifici per potergli permettere di studiare, che magari è laureato con 110 e lode e senza aiuti, perché i suoi genitori non hanno contatti, né tanto meno soldi da buttare, che magari da un paio d'anni scrive su riviste gratuitamente, ha un paio di diplomi di lingua e sa usare il Mac. Ecco, non potrà accedere al colloquio perché...la sua intelligenza e i soldi spesi per farlo studiare non sono sufficienti per garantirgli un futuro di successo? Probabilmente sarà un figlio di papà, meno preparato e meno intelligente, a prendersi quel posto. Perché a fare la differenza è il conto in banca. E allora sì, se si ha bisogno di lavorare, pur con una laurea in mano, si deve optare per il Mc Donald. Questo è preoccupante. Ed è un problema che non riguarda solo Flash Art.


2 commenti:

  1. Non sapevo nulla di questa cosa, ultimamente con le borse da svuotare e i ritmi da riprendere sono un pò fuori dal mondo.
    è indecente quello che è successo, è indecente che ancora c'è chi pensa che l'unico lavoro possibile per una donna sia la mignotta. è indecente che chiedano uno stage, in generale, in qualsiasi termine. a Londra ho provato a spiegare di cosa si tratta al signore per cui lavoravo, ho provato a spiegargli che sono mesi di lavoro pagato, se va bene, solo a rimborso spese dopo il quale non è assicurato nessun posto. la risposta di questo signore, pakistano immigrato in Inghilterra all'età di 1 anno, laureato senza master (che traslato in termini italiani sarebbe laureato solo nella triennale) in ingegneria elettronica, con una carriera di successo alle spalle è stata "ah, Italy, isn't it a funny place?!". è umiliante. è umiliante dover pensare che se vorrò essere riconosciuta per quella che sono e non per la misura del mio seno o l'apertura delle mie cosce dovrò prendere un aereo e andarmene dalla mia famiglia e dai miei amici.

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  2. Non c'è molto da aggiungere, purtroppo. E' indecente, offensivo, umiliante e tremendamente amaro. Se poi si pensa che tra qualche giorno questa storia verrà dimenticata, come tante altre, è anche peggio.

    Vale

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