...perché le pupille abituate a copiare
inventino i mondi sui quali guardare.

martedì 4 gennaio 2011

Second-class man

Gente esausta; il peso di valigie e zaini grava sulle gambe tese. Sudore e fatica; file di esseri umani osservano vuote cabine di prima classe, fantastiche poltrone garbatamente occupate da fantasmi.
E, volente o nolente, sento il ghigno noncurante di questi fantasmi.
Loro dei treni spesso non hanno bisogno.
In questo momento no di sicuro.
Eppure c'è bisogno di marcare anche qui la loro diversità; esattamente come i cani si distinguono e si impongono grazie all'aroma acre dell'urina sui muri.
Ringrazio il mio cane per la similitudine.
C'è bisogno di evidenziare la disuguaglianza.
E i controllori, forse inconsapevolmente, tutelano questo ordine imposto e deciso altrove: sbraitano se tu, uomo di seconda classe (quasi una spregevole categoria antropologica e morale), osi invadere il locus amoenus dei privilegiati, non solo per appoggiare il culo sull'eden delle loro poltrone, ma finanche per sederti a terra a sopportare il viaggio.
Quella zona non è per te.
Ti rassegni. Torni con la coda tra le gambe nel tuo inferno, abbozzato a tua immagine e somiglianza, forse un poco più edotto sulla giusta società democratica.

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